“Erano i miei padri, i nostri padri,” afferma Hassan indicando sé e i suoi figli, i fratelli, la sua famiglia intorno a lui, là nelle tende smunte, affaccendati tra le pecore e il mugghiar dei cammelli. Parla dei nabatei, la gente che ha scolpito quelle grandiose tombe e quei templi dall’arenaria ocracea là, tra quelle gole e quelle crepe drappeggiate a picco, e pavimentate a sabbia e ciottoli.
Son capitato qui per caso, vagabondo nel labirinto di questi canaloni e queste antiche valli, che dal letto secco dello Wadi Rum, in Giordania, si dipanano fin oltre il confine saudita lontano, giù fin quasi nel cuore dell’Hegiaz, la regione storica, il sacro suolo d’Arabia, di Medina, […]